CRE.W

SFIDA
Innovare le modalità comunicative di VEMER evidenziando gli aspetti di benessere, sostenibilità ed efficienza energetica. Rafforzare le competenze imprenditoriali della Impresa Culturale ZELDA attraverso il confronto con un’azienda tradizionale strutturata.

PARTENARIATO

VEMER S.p.A., Feltre (BL), Veneto

ZELDA S.r.l., Treviso, Veneto

https://www.vemer.it/it/home

www.zeldateatro.com

 

RISULTATO
4 interviste ai responsabili di area, 4 moduli di capacity-building su public speaking e tecniche teatrali di comunicazione efficace, 1 manuale di istruzioni, 1 fumetto rivolto alle scuole, 1 elaborazione di story-telling fotografico, 1 video di presentazione di VEMER, 2 video di presentazione di due prodotti VEMER, 5 eventi organizzati con i partner di supporto.

INNOVAZIONE
CREW introdurrà innovazione di prodotto e svilupperà nuovi contenuti comunicativi sfruttando tecniche teatrali. Saranno più user-friendly, attenti ai temi ambientali e adatti anche ai contesti internazionali.

Parole chiave: modalità comunicative, tecniche teatrali

 

INTERVISTA A VEMER

 

Come nasce l’azienda Vemer? Mi racconti la storia dell’azienda

Vemer è un’azienda fondata 42 anni fa nel 1980, nasce come un’azienda commerciale a Milano dall’intuizione del suo fondatore che inizia a importare materiale per l’installazione degli impianti elettrici. Successivamente si trasforma in un’azienda produttiva, nello specifico nel decennio successivo, quando nel 1989 apre uno stabilimento a Feltre in provincia di Belluno. Dal 2005 la sede di Feltre diventa il fulcro di tutte le attività aziendali, dallo sviluppo del prodotto alla sua produzione e dalle attività di supporto inclusa l’area commerciale, quella logistica e di distribuzione, eccetera.

Il passaggio è avvenuto soprattutto quando l’azienda ha subito delle acquisizioni e a sua volta si è fusa con altre realtà produttive.

Dal 2007 lo statuto societario di Vemer è quello attuale, occupando persino di ricerca e sviluppo, continuando l’attività di produzione e distribuzione di prodotti elettronici per l’installazione degli impianti elettrici, quindi si va dai termostati per le abitazioni ai programmatori orari dei quadri elettrici per l’illuminazione pubblica soprattutto e altri dispositivi, come i contatori di energia. Principalmente produciamo per la realtà domestica e civile e una piccola parte è dedicata agli impianti industriali, avvalendoci di dispositivi IoT con connessione Wi-Fi.

Come logica di mercato l’azienda realizza questi prodotti soprattutto per il mercato della distribuzione elettrica in Italia. Di fatto siamo presenti all’estero solo su 66 Paesi.

Parlando di numeri, in azienda siamo 80 dipendenti e il nostro fatturato annuo si aggira attorno ai 15-20 milioni di euro.

 

Quali sono i valori aziendali sviluppati negli ultimi anni?

Siamo molto attenti alla sostenibilità sia ambientale sia dei lavoratori, o meglio siamo attenti in quest’ultimo caso al welfare dei nostri dipendenti.

Restando in tema di sostenibilità, l’energia prodotta in azienda proviene per il 60-65% dal nostro impianto fotovoltaico, quindi siamo attenti all’energie rinnovabili a partire dalla nostra produzione e alimentazione aziendale, un investimento avviato 10 anni fa circa. 

Abbiamo sempre perseguito un’attenzione a 360° verso i nostri dipendenti, abbiamo infatti un bassissimo turn over e cerchiamo di venire incontro alle loro necessità soprattutto nei confronti delle nostre lavoratrici che sono circa il 65%, dalla maternità ai vari benefit, come la mensa aziendale gratuita.

Rispetto al territorio circostante non ci rivolgiamo direttamente al mercato locale a livello commerciale, non abbiamo un legame diretto in questo senso. Però siamo molto attenti all’aspetto formativo, perciò abbiamo aderito da tempo al progetto scolastico “alternanza scuola-lavoro”, ospitiamo stage in altra forma differente da quest’ultima e poi abbiamo una collaborazione post diploma con due sedi dell’ITS Meccatronico Veneto ospitando una figura.

Per quanto riguarda le questioni ambientali non siamo energivori e non emettiamo neanche grosse emissioni  di rifiuti visto l’ambito in cui ci inseriamo, ovvero l’elettronica.

Abbiamo iniziato lo scorso anno un percorso formativo per inserirci nel programma Agenda 2020 per il bilancio trasparente e diversi altri obiettivi.

 

La collaborazione con la CCI Zelda Teatro è stata la vostra prima esperienza di questo tipo?

Questo tipo di collaborazione per noi è stata la prima. Nasce dopo aver conosciuto il facilitatore, già avvezzo a questo tipo di contaminazione/collaborazione e per noi è stata un’opportunità, colta in un momento in cui si stava valutando di ripensare proprio la nostra strategia di comunicazione in base ai nostri valori aziendali. Perciò abbiamo aderito con grande interesse e passione, avviando un processo che ci ha coinvolti in una serie di attività, le quali vanno anche oltre l’identificazione della strategia comunicativa, e ci ha permesso di riflettere adeguatamente su alcuni feedback ricevuti da figure esterne. Le visioni degli altri ci hanno spinti a guardare l’azienda da punti di vista differenti, soprattutto nell’ambito della comunicazione, allontanandoci dall’idea che tutto deve sottostare allo scopo commerciale del ‘guadagno diretto’ e offrendoci nuove visioni differenti. Siamo in poche parole usciti dalla nostra comfort zone.

 

Data che è stata la vostra prima esperienza, che cosa ha significato collaborare con un’azienda creativa? Quali erano le aspettative avute all’inizio? Se ne avevate sono state soddisfatte?

Il nostro obiettivo iniziale è stato quello di rivedere la nostra strategia comunicativa aziendale, avviandoci senza idee chiare e contenuti definitivi. Questo è stato il focus principale del progetto successivamente sviluppato in tandem a sei mani.
Il secondo obiettivo è stato quello di riuscire a realizzare concretamente degli strumenti che ci fornissero un modo di raccontarci all’esterno coerentemente ai nostri valori. Sicuramente questa collaborazione ci ha fatto aprire gli occhi su degli aspetti mai considerati fino ad allora, infatti ci sono stati momenti nel processo in cui più che un confronto si può parlare di scontro di visioni. Nonostante ciò, siamo stati fortunati, perché quando abbiamo iniziato a sviluppare il processo creativo, ha coinciso con un periodo di grandi cambiamenti aziendali, dove c’è stato un cambio generazionale nella sezione marketing. Questo ha sicuramente agevolato l’attuazione del progetto, rendendoci più entusiasti del percorso avviato. 

Ad esempio, tra gli output comunicativi c’è il fumetto, durante la sua realizzazione sono emerse delle questioni interessanti che da soli all’interno dell’azienda non saremmo stati capaci di individuare.

Inoltre, la natura molteplice degli output finali – il fumetto, lo storytelling fotografico, il video aziendale, le lezioni formative di public speaking, eccetera – ci ha permesso di entrare in contatto con figure professionali molto diverse dalla nostra realtà aziendale, portandoci a considerare collaborazioni future con tali professionalità.

 

Quali sono gli output finali?

In primis il fumetto, poi si sono realizzati tre video: uno spot specifico sui alcuni nostri prodotti assistiti da app tradotto in tre lingue (italiano, inglese e sloveno); un secondo video di un altro nostro prodotto che funge da tutorial per la sua installazione; il terzo è specifico sulla vision aziendale. Infine è stato progettato e realizzato uno storytelling fotografico sull’azienda in grado di raccontarci, includendo anche alcuni aspetti peculiari dell’area geografica in cui è sita l’azienda, ovvero si è dato risalto ai paesaggi circostanti attraverso la fotografia. Di fatti siamo vicini a una riserva naturale.

A questi output comunicativi si aggiungono dei moduli di formazione, chiamiamoli di empowerment, condotti sia da Filippo Tognazzo, direttore artistico di Zelda Teatro, e i suoi collaboratori sia dal professore Fabrizio Panozzo dell’Università di Ca’ Foscari.

Quali sono i tools DIVA utilizzati nella fase inziale del processo creativo?

Gli strumenti utilizzati maggiormente sono stati i brainstorming e la creazione di storyboard condivisi con i facilitatori e le figure professionali che ci hanno affiancato.

 

Secondo lei, la creazione di alcuni output specifici come il fumetto e lo storytelling aiutano a farvi conoscere maggiormente nel territorio in cui risiedete?

Non c’è stato ancora il tempo di raccogliere i risultati, perché gli strumenti sono pronti da poco. Sicuramente vorremo usare il fumetto negli eventi organizzati dalle scuole superiori finalizzati a mettere in contatto l’industria con la realtà scolastica.

Sicuramente la nostra intenzione è quella di utilizzare questi strumenti comunicativi per comunicare meglio con il territorio.

Dopo questa esperienza i vostri valori aziendali sono stati implementati?

Sì, sicuramente. Noi vorremmo incrementare ulteriori interventi mirati sul territorio approfondendo le tematiche della sostenibilità ambientale e dell’attenzione alla persona, intesa anche come inclusione. Inoltre, aver ragionato sugli strumenti comunicativi appena realizzati, ci ha permesso di comprendere che dobbiamo presentarci online diversamente, quindi il nostro sito deve essere più rappresentativo.